Vitamina D e Depressione

 

Dire che la vitamina D curi la Depressione può sembrare una affermazione esagerata a confronto della terapia con antidepressivi, ma potrei dire che esistono anche studi in cui questi si sono rivelati inefficaci.

Pertanto lasciatemi mostrare gli studi che riguardano l’azione della vitamina D sugli stati depressivi, acuti e/o cronici.

Premetto che non c’è alcuna presunzione di aiutare tutti i malati di depressione, ma i fatti nelle testimonianze raccolte dal gruppo vitamina D ci inducono a pensare che avere tentato la dismissione da antidepressivi con successo, scalandoli gradualmente, in favore di maggiori assunzioni di vitamina D ed altri elementi in sinergia con essa, ci danno ragione.

Le integrazioni di Vitamina D non sono nemmeno incompatibili con i farmaci antidepressivi e pertanto chi volesse può integrare vit D senza la necessità di sospenderli nell’immediato.

Se la depressione non migliora con la vitamina D una ragione potrebbe essere che la vitamina D è ancora troppo bassa nei valori del sangue per goderne gli effetti.
E comunque anche se la vit D è molto potente non bisogna collassarsi ed aspettare che funzioni da sola, bisogna anche collaborare personalmente.
La vitamina D non agisce chimicamente come un farmaco antidepressivo, e poi se si stanno assumendo anche i farmaci dobbiamo tenere conto della deplezione di molti nutrienti tra cui anche il Magnesio, cofattore di Vitamina D, tra l’altro indispensabile per una sua attivazione nella forma attiva.

I meccanismi con cui la vitamina D agisce sulla depressione e lo stato cognitivo potrebbero essere spiegati con questo studio

Disturbi mentali, come depressione, ansia, abuso di sostanze e schizofrenia, sono stati associati a infiammazione cronica e carenza di vitamina D.
Uno studio di Jamilian et al., Pubblicato sulla rivista Progress in Neuropsychopharmacology & Biological Psychiatry, ha esaminato la ricerca disponibile sull’infiammazione, la salute mentale e la vitamina D in pazienti con diagnosi di disturbi psichiatrici.

Vitamina D, nuovi dati sui rischi associati al deficit

La ricerca sulla vitamina D ha ripetutamente dimostrato che la vitamina D può migliorare una serie di disturbi cerebrali, tra cui depressione e demenza, la cui forma più devastante è la malattia di Alzheimer.
I recettori della vitamina D compaiono in un’ampia varietà di tessuto cerebrale all’inizio dello sviluppo fetale e i recettori della vitamina D attivati ​​aumentano la crescita dei nervi nel cervello.
I ricercatori ritengono che livelli ottimali di vitamina D possano aumentare la quantità di sostanze chimiche importanti nel cervello e proteggere le cellule cerebrali aumentando l’efficacia delle cellule gliali nei neuroni danneggiati durante l’allattamento.
La vitamina D può anche esercitare alcuni dei suoi effetti benefici sul cervello attraverso le sue proprietà antinfiammatorie e immunostimolanti.

Il legame tra depressione e demenza

Altre ricerche recenti hanno trovato collegamenti tra depressione e demenza e tra carenza di vitamina D e depressione.

Effetto della vitamina D sul comportamento umano e sulla psiche:

Serotonina, Vasopressina ed Ossitocina sono ormoni fondamentali non solo nelle reazioni bio-chimiche che avvengono nel corpo, ma che influiscono sulla mente e il comportamento e sono innescate e stimolate dalla vitamina D.

  • SEROTONINA: è il cosiddetto “ormone del benessere“, regola il transito intestinale, il sonno, l’appetito, l’umore e il peso corporeo. Bassi livelli di serotonina sono associati con tendenze suicide, disordine ossessivo-compulsivo, alcolismo, depressione e ansia.
  • OSSITOCINA: è il cosiddetto “ormone del piacere” che ha funzioni prettamente psico-emotive come il legame tra madre e figlio, lo stato emotivo, il riconoscimento sociale. Studi hanno dimostrato che bassi livelli di ossitocina sono legati alla schizofrenia e alla depressione. E’ stato inoltre osservano che la somministrazione di ossitocina riduce l’attivazione dei circuiti cerebrali coinvolti nella paura, aumentando i livelli di contatto visivo, la fiducia e la generosità.
  • VASOPRESSINA: è il cosiddetto “ormone della fedeltà” che spinge verso la socializzazione e le relazioni sentimentali. Studi hanno dimostrato che bassi livelli di vasopressina spingono alla rabbia, all’incapacità di relazionarsi e al tradimento del partner.

La vitamina D viene prodotta naturalmente quando ci esponiamo al sole senza le creme solari dato che queste bloccano i raggi UVB che innescano nell’epidermide la produzione della vitamina D. Bastano 15-23 minuti al giorno con braccia gambe e torso che possono assorbire i raggi del sole.

  • Esistono prove che la depressione maggiore è associata a bassi livelli di vitamina D e che la depressione è aumentata nel corso del secolo scorso durante il quale i livelli di vitamina D sono sicuramente diminuiti.
  • Esistono prove che la depressione è associata a malattie cardiache, ipertensione, diabete, artrite reumatoide, cancro e bassa densità minerale ossea, tutte malattie che si pensano essere causate, almeno in parte, dalla carenza di vitamina D.

Le principali funzioni biologiche della vitamina D sono:

Mantenere normali i livelli di calcio e fosforo nel sangue e favorisce l’assorbimento del calcio contribuendo a formare e mantenere le ossa sane e a contrastare l’osteoporosi e fratture, ma anche:

  • Rafforza il sistema immunitari
  • Previene e tratta il cancro al seno e delcolon-retto, della prostata
  • Previene e tratta diabete, ipertensione, sclerosi multipla
  • Cura le verruche, i disturbi dell’umore, l’ipotiroidismo
  • È poco risaputo inoltre che la vitamina D è il più potente antiaging esistente al mondo e che la sua carenza fa aumentare la mortalità.

La vitamina D, oltre a produrla naturalmente il tuo corpo è anche economica da supplementare (specialmente nella stagione invernale) dato che la vitamina D non è brevettabile perché è una molecola biologica. Non ci guadagna con un brevetto nessuno e per questo non viene pubblicizzata.


Psichiatria Integrata di Cristina Selvi

È ovvio che di fronte ad un paziente con Depressione Maggiore, si deve ricorrere all’utilizzo del farmaco, questo però non dovrebbe rimanere l’unico consiglio terapeutico. Almeno a mio parere, lo psichiatra dovrebbe poter indicare al paziente, nelle diverse fasi della malattia e del suo decorso, altre strategie collaterali di supporto dell’organismo, che si trova in una situazione di disequilibrio e stress, strategie che da sole non possono certo risolvere e curare la patologia ma che rappresentano, nel loro insieme, un aiuto essenziale all’omeostasi del nostro corpo e alla nostra salute.

L’ipovitaminosi D è molto frequente nei malati di depressione e il grande numero di studi scientifici attualmente in corso è orientato proprio a valutare se ciò può essere un marker biologico di vulnerabilità alla depressione.
Allo stato dell’arte gli studi suggeriscono una possibilità in questa direzione che sarà quindi ulteriormente approfondita nei prossimi anni. D’altronde la supplementazione di vitamina D è già indicata per altre patologie nelle quali non rappresenta l’unico presidio terapeutico o preventivo.

Vitamina D domande e risposteLa Guida Completa


L’integrazione della vitamina D ad alta dose contribuisce a ridurre la depressione tra le ragazze adolescenti.

Astratto

Sebbene la carenza di vitamina D sia nota per essere un fattore di rischio per alcuni disturbi psicologici, ci sono stati pochi studi sugli effetti dell’integrazione di vitamina D sui loro sintomi.

La depressione e l’aggressività sono disturbi mentali comuni e sono associati a disabilità e carico di malattia. Abbiamo mirato a valutare l’efficacia dell’integrazione di vitamina D ad alte dosi sui punteggi di depressione e aggressività nelle ragazze adolescenti.

940 ragazze adolescenti hanno ricevuto vitamina D3 alla dose di 50.000 UI/settimana per 9 settimane. I parametri antropometrici e la pressione sanguigna sono stati misurati utilizzando protocolli standard al basale e alla fine dello studio. Il punteggio della depressione è stato valutato utilizzando il Beck Depression Inventory-II e l’aggressività è stata valutata utilizzando il Buss-Perry Aggression Questionnaire al basale e alla fine dello studio.

Il confronto tra le quattro categorie di punteggio di depressione (normale, lieve, moderato e grave) non ha rivelato differenze significative nei parametri demografici e antropometrici al basale.

Dopo 9 settimane di supplementazione di vitamina D, si è verificata una significativa riduzione del punteggio di depressione lieve, moderata e grave.

Tuttavia, l’integrazione di vitamina D non ha avuto effetti significativi sul punteggio di aggressività. I nostri risultati suggeriscono che l’integrazione con vitamina D può migliorare i sintomi depressivi tra le ragazze adolescenti, come valutato dal questionario, ma non dal punteggio di aggressività. Sono necessari studi controllati formali, più ampi e randomizzati per confermare questo effetto sui casi con diversi gradi di depressione.

Questo studio fornisce ulteriori evidenze che sostengono l’importanza di mantenere
lo stato sano della vitamina D per la gestione della depressione.

Vitamina D non è così tossica come si pensava una volta



Lista Integratori vitamina D Guida all’acquisto

Vitamina D nella DemenzaConfronto clinico fra i Metaboliti della Vitamina D


Liberatoria (Disclaimer)

Dichiarazione di non responsabilità: questo articolo non è destinato a fornire consulenza medica, diagnosi o trattamento.
Vitamineral non si assume responsabilità per la scelta degli integratori proposti eventualmente nell’articolo.


image_pdfsalva articolo in PDFimage_printstampa articolo o scarica contenuti