Vitamina C nella salute dell’occhio

VITAMINA C E OCCHIO

L’importanza della vitamina C per la buona salute degli occhi è suggerita dal fatto che la concentrazione di questa vitamina nell’umor acqueo è molto elevata, venticinque volte quella del plasma sanguigno.

È stato dimostrato il rapporto che esiste fra uno scarso apporto di vitamina C e la formazione di cataratta.

Per cataratta si intende l’opacità del cristallino dell’occhio provocata dall’aggregazione delle molecole proteiche in particelle abbastanza grandi da riflettere la luce. Le cataratte precoci sono provocate dall’esposizione a sostanze tossiche nella donna in gravidanza o nel bambino, da una nutrizione scorretta e da alcune malattie quali la rosolia e la galattosemia.

Le cataratte senili possono essere provocate dalla luce del sole, da radiazioni (raggi X, neutroni), da infezioni, dal diabete e da carenze alimentari.
Molti ricercatori, a partire dal 1935 con Monjukowa e Fradkin, hanno riferito che nell’umor acqueo degli occhi affetti da cataratta c’è pochissima vitamina C e che i pazienti affetti da tale malattia presentano spesso un basso tasso di vitamina C nel plasma sanguigno.
(Lee, Lam e Lai, 1977; Varma, Kumar e Richards, 1979; Varma, Srivistava e Richards, 1982; Varma e colleghi, 1984).

Monjukowa e Fradkin riferirono che la bassa concentrazione di vitamina C nel cristallino precedeva la formazione della cataratta e ne dedussero che la carenza di vitamina C è la causa, e non la conseguenza, della formazione di cataratte.
Essi ipotizzarono che nella vecchiaia la permeabilità dell’occhio alla vitamina C diminuisce e che essa avrebbe potuto essere compensata assumendo dosi elevate di tale vitamina. Varma e colleghi (1984) hanno dedotto dalle loro ricerche che le vitamine E e C sono importanti per la prevenzione della cataratta senile. Secondo alcune relazioni, l’assunzione regolare di dosi elevate di vitamina B2, da 200 a 600 mg. al giorno, rallenta lo sviluppo delle cataratte.

Il regime descritto nel capitolo 5, se fedelmente seguito, può portare a un controllo significativo dello sviluppo delle cataratte senili.
Un certo numero di medici ha descritto esperienze positive di uso della vitamina C per tenere sotto controllo il glaucoma.
Questa dolorosa malattia, che così spesso conduce alla cecità, ha come caratteristica fondamentale l’aumento della pressione endoculare, che provoca il rigonfiamento del bulbo oculare.

La pressione normale è inferiore a quella di 20 mm. di mercurio (mm. Hg). Le pressioni di un glaucoma semplice variano da 22 a 30 mm Hg, quelle di un glaucoma più grave vanno da 30 a 45 mm. Hg, e quelle di un glaucoma gravissimo raggiungono i 70 mm. Hg.

Talvolta il glaucoma ha un’origine ereditaria, altre volte è l’effetto di un’infezione all’occhio o di altre lesioni, o di uno stress emotivo. Spesso lo si può tenere sotto controllo mediante l’uso di farmaci.

Cheraskin, Ringsdorf e Sisley (1983), nella loro analisi del glaucoma, citano il fatto che Lane (1980)
https://www.thefreelibrary.com/Nutrition+as+a+major+oralaveva studiato 60 soggetti di età compresa fra i 26 e i 74 anni e aveva riscontrato una pressione endoculare media di 22,33 mm Hg, quando la dose media di vitamina C era di 75 mg. al giorno, e una diminuzione fino a 15,15 mm Hg. quando la dose di vitamina C veniva aumentata a 1200 mg. al giorno.

Anche altri ricercatori hanno riferito risultati analoghi. Le osservazioni di Bietti (1967) e Virno e colleghi (1967) sono ancora più sorprendenti; essi somministrarono ai loro pazienti dai 30 ai 40 g. al giorno di vitamina C (0,5 g. per ogni chilogrammo di peso corporeo) per una durata di sette mesi.

La pressione endoculare, inizialmente compresa fra 30 a70 mm Hg, solitamente diminuiva a circa metà del valore iniziale. Dosi elevate di vitamina C riuscirono, per alcuni pazienti, a tenere sotto controllo il glaucoma, mentre ad altri consentirono di diminuire la quantità di farmaci normalmente assunti.

Nel 1980 Lane aveva dimostrato che diversi nutrienti (in particolare l’acido ascorbico, il folato e l’oligoelemento cromo) supportano un’azione efficace del muscolo ciliare nell’accomodazione binoculare, mentre altri nutrienti come il calcio apparentemente si complessano con il collagene, che a sua volta si complessa con i glicosamminoglicani in il vitreo e la sclera e quindi resistere alla distensione sclerale e alla progressione miopica.

LINUS PAULING.
1986

riferimenti

Fonti Bibliografiche


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