Tamoxifene, cancerogeno endometriale e vaginale

Un altro disastroso esperimento sulle donne, aggiunto al lungo elenco dei più grossolani errori della medicina.
Alla fine degli anni 60 l’industria farmaceutica sviluppò un farmaco chiamato “TAMOXIFEN”, con struttura simile al DES. Infatti è stato osservato che il tamoxifen provoca gli stessi anomali cambiamenti osservati nelle cellule di donne che assumevano il DES. Negli anni 70 i medici furono pronti a saltare sul carrozzone ed iniziarono ad usare il tamoxifen chiudendo un occhio sulle tendenze più pericolose.

DES – Dietilstilbestrolo

Il dietilstilbestrolo è una molecola di sintesi ad azione estrogeno-simile usata dagli anni quaranta agli anni settanta negli Stati Uniti per prevenire l’aborto, in quanto stimola la sintesi di estrogeni e progesterone nella placenta. Wikipedia

Siamo di fronte quindi al più grande fallimento della oncologia?

Di fallimenti ce ne sono stati tanti durante gli ultimi decenni, in campo chemioterapico il primo e più noto fallimento dell’oncologia riguarda il farmaco DES usato per molti tipi di cancro e soprattutto per il cancro alla mammella. Questo farmaco dava effetti collaterali anche nel lungo termine ed era stato già indicato da alcuni oncologi come “farmaco pericoloso”.
Correva l’anno 1938. Ma questo farmaco uscì fuori commercio solo nel 1970 lasciando il posto all’oggi discusso TAMOXIFEN. La rete pullula di materiale concernente la tossicità di questo farmaco che per altro presenta una struttura simile al DES e che oggi è ancora il farmaco più prescritto al mondo per il cancro.
Su vogliovivere.org (sito che è stato in seguito oscurato) è scritto esplicitamente che: Il ben conosciuto ricercatore Pierre Blais descrive il Tamoxifen come “farmaco spazzatura che si poneva ai vertici del mucchio di immondizia”. Le tremende previsioni di Blais furono ignorate.Il Tamoxifen venne dapprima approvato dalla FIDA (Autorità per i medicinali e gli alimenti degli USA, ndt) per essere usato come pillola per il controllo delle nascite, poi per la prevenzione del tumore al seno.

Ben presto si rivelò invece come promotore di cancri particolarmente aggressivi all’utero ed al fegato, come causa di fatali coagulazioni di sangue ed ostacolo a numerose altre funzioni.

Un Grosso Errore Medico?

Solo nei primi anni ’70 si chiuse un vergognoso capitolo riguardante l’esteso impiego di un medicinale chiamato DES, conosciuto come cancerogeno e distruttivo per il sistema endocrino.
Diventò inoltre medicinale popolare, sebbene non sperimentato per una varietà di altre patologie, perchè allora si chiede la sperimentazione di terapie già sperimentate e riconosciute all’estero – come ad esempio le Tiopoietine – o la terapia Di Bella che altro non è che un cocktail di farmaci già testati?).
Ci sono voluti 30 anni per accettare quello che i test di laboratorio avevano indicato già dal 1938 ossia che il DES era altamente pericoloso e nocivo.
Contro i consigli dell’inventore Sir Charles Dood, da 4 a 6 milioni di donne in Europa e Stati Uniti d’America e 10.000 australiane, usarono inconsapevolmente tale farmaco per prevenire problemi di aborto e complicazioni durante la gravidanza (il sistema medico ha riconosciuto infine l’inutilità nella prevenzione degli aborti).
20 anni dopo averlo assunto le madri avevano tra il 40 e il 50 per cento di probabilità in più di rischio di tumori al seno di quelle che non lo avevano utilizzato, ed i figli delle mamme DES mostravano maggior incidenza di deformità riproduttive, aborti, tumori vaginali, cancri testicolari, sterilità e disfunzioni immunitarie.
Un altro disastroso esperimento sulle donne, aggiunto al lungo elenco dei più grossolani errori della medicina.
Alla fine degli anni 60 l’industria farmaceutica sviluppò un farmaco chiamato “TAMOXIFEN”, con struttura simile al DES. Infatti è stato osservato che il tamoxifen provoca gli stessi anomali cambiamenti osservati nelle cellule di donne che assumevano il DES. Negli anni 70 i medici furono pronti a saltare sul carrozzone ed iniziarono ad usare il tamoxifen chiudendo un occhio sulle tendenze più pericolose.
Il tamoxifen (nome commerciale Nolvadex) è attualmente il farmaco più prescritto al mondo per il cancro.
Nel 1992 ha generato profitti per 265 milioni di dollari (pari a 596.250.000.000 equivalenti a 307.937.426 euro).
Nel 1995 le vendite nel mondo hanno raggiunto i 400 milioni di dollari (900.000.000.000 lire 464.811.209 euro). Il tamoxifen (nolvadex) venne sviluppato dall’azienda britannica ICI (Iimperial Chemical Industries), una della maggiori aziende chimiche multinazionali al mondo.
La ZENECA, una sussidiaria della ICI, è responsabile della produzione e commercializzazione dell’ormone ed è attualmente la maggior azienda al mondo di farmaci per il cancro.
Ma la divisione agrochimica dell’ICI (che include la Zeneca), produce clorurati ed altri componenti chimici industriali compresi gli erbicidi: sono tutti velenosi e molti sono conosciuti come distruttori endocrini che sono stati accusati di provocare il cancro al seno.
Quindi i profitti dell’ICI aumentano fabbricando prodotti chimici
che da una parte causano il cancro al seno
e dall’altra si reputa che lo curino.
In California vi è una legge chiamata “Proposition 65” che richiede allo stato la pubblicazione ed il mantenimento di un elenco di tutti i cancerogeni conosciuti.
Nel maggio 1995, il Comitato d’Identificazione Cancerogeni dello stato ha votato in modo unanime l’aggiunta del tamoxifen a questo elenco.
Il MIMS Annual elenca 25 reazioni avverse al tamoxifen (nolvadex) ed alcune di queste possono essere fatali:
SINTOMI DELLA MENOPAUSA
Circa la metà di queste donne provano caldane. Ritenzione di liquidi ed aumenti di peso. Secrezioni e atrofie vaginali. Perdite accelerate di minerali nelle ossa ed osteoporosi. Molte di queste per evitare questi sintomi , oggi si ritrovano a “curare” il cancro!!!
DANNI ALLA VISTA
Secondo uno studio del 1978 su Cancer Treatment Reportsed un altro pubblicato su Cancer nel 1992, circa il 6 % delle donne che prendono il tamoxifen anche a bassi dosaggi, soffrono di danni alla retina, opacità della cornea e diminuzione della acutezza visiva. Cambiamenti irreversibili alla cornea e alla retina possono avvenire in chi assume dosi di 20 mg. di tamoxifen due volte al giorno. Questi cambiamenti possono non avere effetto immediato sull’acutezza visiva, ma possono predisporre gli occhi a problemi futuri, comprese le cataratte.
COAGULI DI SANGUE
Il tamoxifen indebolisce le vene, causando perdite, coaguli, tromboflebiti e, nei casi peggiori, ostruzione dei vasi sangiugni che servono i polmoni, che può essere mortale e può avvenire con poco preavviso. Il rischio di tromboflebite in tali donne è di 30 volte maggiore.
SINTOMI PATOLOGICI
La depressione è stata rilevata come importante effetto collaterale del tamoxifen. Sono stati segnalati casi di incapacità di concentrazione.
ALTRI SINTOMI
Attacchi d’asma in alcuni pazienti sensibili, o cambiamenti alle corde vocali con indebolimento delle capacità di parola e di canto.
EFFETTI CANCEROGENI
Si è trovato che il tamoxifen si fissa saldamente e irreversibilmente al DNA, provocando una mutazione cancerosa. Nel 1996 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha formalmente designato il tamoxifen un cancerogeno umano.
CANCRO AL FEGATO E MALATTIE AL FEGATO
Il tamoxifen è tossico per il fegato e sono state riscontrate epatiti acute in pazienti trattate con esso. L’ultimo studio sugli uomini ha mostrato un aumento di 6 volte del cancro al fegato in donne che assumono il tamoxifen per più di 2 anni. Perfino la Zeneca ha ammesso che il tamoxifen è cancerogeno per il fegato – nonostante continui a promuoverne aggressivamente l’utilizzo.
CANCRO UTERINO (ENDOMETRIALE)
Nel febbraio 1996 si concluse che esiste sufficiente evidenza per considerare il tamoxifen come un cancerogeno umano che aumenta nelle donne il rischio di sviluppare il cancro all’endometrio, il rivestimento interno dell’utero.
Un ampio studio svedese dimostrava che vi era un aumento di sei volte dei tumori all’utero nelle pazienti trattate con tamoxifen: ciò costrinse la Zeneca a scrivere 380.000 lettere a medici USA per difendere il suo farmaco dalle accuse. La crescita nell’utero di polipi, tumori,ispessimenti endometriali e cancri avviene in un significativo numero di donne che assumono il tamoxifen. Uno studio rilevò in alcuni soggetti cellule endometriali anormali il giorno seguente l’assunzione della prima pastiglia.Il tamoxifen è stato associato anche al cancro gastrointestinale.
CANCRO AL SENO
Continuano ad affiorare turbanti scoperte che smentiscono l’efficacia del tamoxifen.
In un altro studio riportato su Octa Oncologica venne dimostrato come il tamoxifen non soltanto non riusciva a ridurre il cancro controlaterale nelle donne in pre-menopausa, ma addirittura aumentava la sua incidenza.
MALATTIE AL CUORE ed OSTEOPOROSI
Una dettagliata verifica dei presunti effetti protettivi cardiovascolari del farmaco spinse l’Istituto Nazionale Britannico del Cuore, Polmone e Sangue, un tempo accanito promotore del tamoxifen, a ritirare il suo appoggio considerando inadeguate le prove dei suoi benefici.
L’ironia del tamoxifen è che: mentre viene pubblicizzato ampiamente come trattamento fondamentale contro la ricorrenza del cancro al seno, è conosciuto ed elencato come sostanza cancerogena.
Fregandosene di tutte le ricerche sul tamoxifen che ne dimostravano i seri e potenziali effetti collaterali, il NCI lanciò una campagna di prevenzione del cancro al seno da 60 milioni di dollari, puntando a reclutare 16.000 donne sane in Stati uniti, Europa, Canada, Australia e Nuova Zelanda.
Ancora in corso, la sperimentazione ora coinvolge 13.000 donne sane di età superiore ai 35 anni che vengono considerate ad alto rischio.
L’Australia ha reclutato 1.350 donne con l’obbiettivo di arrivare a 2.500. Per 5 anni, metà delle donne ricevono il tamoxifen e metà ricevono il placebo. Il farmaco viene fornito gratuitamente dalla Zeneca.
Una volta in più, le donne sane sono bersagliate come cavie per un trattamento farmaceutico che ha già dimostrato di essere la causa di una varietà di tumori incluso quello al seno.
Il famigerato Tamoxifene è prescritto anche come farmaco della menopausa come “terapia ormonale sostitutiva”.
Molte donne hanno abboccato all’amo dei soloni che dovendo spacciare i veleni dei big fharma non esitano a “consigliare” le misure preventive anticancro.
Tutti vediamo i risultati oggi. Molte piu’ donne con tumori vari, e ministero della salute in profondo rosso.
Autrice: Maria Melania Barone / Fonte: news.you-ng.it

Siti che scompaiono dalla rete…


Il tamoxifene induce il cancro endometriale e vaginale nei ratti in assenza di iperplasia endometriale.

Tratto da GreenMedInfo

Cancerogenesi. 2000 aprile; 21 (4): 793-7. PMID: 10753217

Autore / i astratto / i:P Carthew, RE Edwards, BM Nolan, EA Martin, RT Heydon, IN White, MJ Tucker
Affiliazione articolo:

MRC Toxicology Unit, Hodgkin Building, University of Leicester, Leicester LE1 9HN, UK. philip.carthew@unilever.com

Astratto:

Il tamoxifene è stato somministrato per via orale a ratti neonatali nei giorni 2-5 dopo la nascita e i successivi effetti sull’utero sono stati caratterizzati, morfometricamente, nei 12 mesi successivi. 

Il tamoxifene ha inibito lo sviluppo dell’utero e delle ghiandole nell’endometrio, indicando una classica azione antagonista degli estrogeni. Tra 24 e 35 mesi dopo il trattamento con tamoxifene si è verificato un aumento significativo dell’incidenza (26%) di adenocarcinomi uterini e un’incidenza del 9% di carcinomi a cellule squamose della vagina/cervice in assenza di qualsiasi effetto estrogeno agonista nell’utero.

Ciò dimostra che un effetto agonista degli estrogeni non è un requisito assoluto per l’effetto cancerogeno del tamoxifene nel tratto riproduttivo del ratto. L’effetto incontrastato degli estrogeni agonisti del tamoxifene sull’endometrio potrebbe non essere l’unico fattore coinvolto nello sviluppo dei tumori endometriali.

È possibile che il tamoxifene causi questi tumori tramite un meccanismo genotossico simile a quello osservato nel fegato di ratto. Tuttavia, utilizzando (32) P-post-etichettatura non siamo riusciti a trovare prove di addotti del DNA indotti da tamoxifene nell’utero.

Il tamoxifene può influenzare l’imprinting ormonale delle risposte dei recettori degli estrogeni nelle cellule staminali dell’utero, provocando la comparsa di tumori del tratto riproduttivo in un secondo momento, nello stesso modo in cui è stato proposto per il dietilstilbestrolo.

Se questi dati sui roditori vengono estrapolati dall’uomo, le donne che assumono il tamoxifene come chemiopreventivo possono avere un aumentato rischio di cancro vaginale/cervicale, così come il cancro dell’endometrio.

Tipo di studio : studio sugli animali

Collegamenti aggiuntivi

Parole chiave aggiuntive : Droga: Tamoxifene: CK (381): AC (58)
Sostanze problematiche : Tamoxifene: CK (338): AC (51)
Azioni farmacologiche avverse : Cancerogeno: CK (1000): AC (144)


Liberatoria (Disclaimer)

Dichiarazione di non responsabilità: questo articolo non è destinato a fornire consulenza medica, diagnosi o trattamento.
Vitamineral non si assume responsabilità per la scelta degli integratori proposti eventualmente nell’articolo.


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