La Vitamina D e Coenzima Q10 diminuiscono l’effetto negativo delle statine

Sconsigliamo di prendere con tanta leggerezza le statine perché solitamente vengono prescritte senza alcuna necessità, ma qualora fosse proprio necessario prenderle dovete sapere che…

Uno studio controllato di alta qualità in aperto dall’Ospedale Ebraico di Cincinnati ha rilevato che la supplementazione di vitamina D riduce drasticamente questi effetti collaterali negli utilizzatori di statine:

Khayznikov M, Hemachrandra K, Pandit R, Kumar A, Wang P, Glueck CJ. L’intolleranza alle statine a causa della mialgia, della miosite, della miopatia o della mionecrosi può essere risolta in modo sicuro nella maggior parte dei casi mediante l’integrazione di vitamina D. North American Journal of Medical Sciences . 2015; 7 (3): 86-93. doi: 10,4103 / 1947-2.714,153919.

Gli autori hanno studiato 146 pazienti intolleranti alle statine con livelli di 25 (OH) D inferiori a 32 ng / ml, il che è importante perché ogni studio ben progettato che coinvolge la supplementazione di vitamina D dovrebbe reclutare pazienti con carenza di vitamina D all’inizio. Hanno trattato i pazienti con 50.000 UI / settimana o 100.000 UI / settimana a seconda dei loro livelli basali, ma non hanno specificato se fossero stati trattati con vitamina D3 o D2. Hanno aggiustato la dose durante lo studio per mantenere i pazienti tra i livelli sani da 50 a 80 ng / ml, il che era eccellente perché un’altra caratteristica di uno studio ben progettato è la somministrazione di una dose abbastanza grande di vitamina D per portare i livelli in una gamma ciò susciterà un effetto benefico. Dopo sei mesi di trattamento, i livelli medi di vitamina D sono passati da 22 ng / ml a 53 ng / ml.

Durante il confronto con statine a sei mesi, mentre l’integrazione con vitamina D, l’88% dei pazienti precedentemente intolleranti alle statine erano ora privi di effetti collaterali muscolari indotti da statine. Per inciso, hanno trovato che il colesterolo medio della lipoproteina a bassa densità (LDLC) diminuiva con il trattamento dalla voce dello studio, da 167 mg / dL a 90 mg / dL ( P <.0001) a sei mesi.

Sebbene si tratti di uno studio non controllato (tutti i pazienti sono stati trattati), è improbabile che uno studio controllato randomizzato possa essere condotto in quanto i comitati etici non consentirebbero a un gruppo placebo carente di vitamina D di non essere curato per tutta la durata dello studio.

Continuo a sostenere la raccomandazione del Consiglio di vitamina D di assumere 5.000 UI / die di vitamina D3 al giorno con il pasto più abbondante della giornata (il grasso aiuta ad aumentare l’assorbimento di vitamina D).

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Il coenzima Q10 riduce i dolori muscolari dovuti all’assunzione di statina

Base e meccanismo d’azione

Il colesterolo e il coenzima Q10 derivano da una stessa base e nella loro sintesi interviene lo stesso enzima. Di conseguenza, l’inibizione di questo enzima da parte delle statine non solo riduce la produzione di colesterolo, ma limita anche la formazione del coenzima Q10. Molti studi medici hanno dimostrato che chi assumeva statina presentava anche un livello inferiore di coenzima Q10.

Nella maggior parte dei pazienti trattati con statina e coenzima Q10 dolori e debolezza muscolari si riducevano del 50%. Il coenzima Q10 è un cofattore fondamentale nella produzione di energia cellulare e una sua carenza provoca di conseguenza una ridotta fornitura di energia a livello cellulare che, si presume, sia corresponsabile dei dolori muscolari.

Dosaggio e consigli per l’assunzione del coenzima Q10

Insieme ai farmaci che abbassano il colesterolo, si consiglia di assumere da 100 a 300 milligrammi  di coenzima Q10 al giorno, preferibilmente ai pasti e insieme ad alimenti contenenti grassi che ne favoriscono l’assorbimento nell’intestino.

Esistono due forme di coenzima Q10:

  • Ubiquinone (il normale coenzima Q10)
  • e Ubiquinolo.

Quest’ultimo è più costoso, ma è già attivo e quindi direttamente disponibile per l’organismo. L’ubiquinolo attivo è particolarmente adatto quando si vuole ottenere un effetto rapido e immediato; inoltre, è più facilmente assorbibile dall’intestino rispetto all’ubiquinone.

“Tuttavia il dr Stephen Sinatra (noto cardiologo) riferisce che vanno bene sia l’ubichinone che l’ubichinolo, ma di solito raccomanda l’ubichinone perché è la forma utilizzata nella maggior parte degli studi clinici ed è meno costosa.”

Una combinazione efficace: il coenzima Q10 e la carnitina hanno un effetto sinergico se assunti insieme. Infatti, mentre il primo è responsabile della produzione dell’energia nelle cellule, la carnitina si occupa del trasporto degli acidi grassi necessari.

Presenza del coenzima Q10 nel sangue

È possibile misurare la concentrazione di coenzima Q10 nel sangue. Tuttavia, è difficile ottenere valori precisi, poiché l’organismo attinge alle sue riserve per compensare rapidamente le oscillazioni dei valori nel sangue. Nelle condizioni ideali per garantire la massima efficacia del coenzima Q10, il siero sanguigno dovrebbe contenerne oltre 2,25 milligrammi per decilitro.

Si tratta comunque di un valore indicativo e non di un valore di riferimento preciso. Ciò non significa che in caso di valori inferiori sia assolutamente necessario assumere degli integratori a base di coenzima Q10. Prima di prendere in considerazione questa possibilità, si deve sempre tenere conto della sintomatologia presente, ad esempio se si soffre di dolori muscolari quando si assumono farmaci che abbassano il livello di colesterolo. In questo caso non è necessario misurare il livello del coenzima Q10.

La vitamina D migliora l’efficacia delle statine e riduce gli effetti collaterali

Base e meccanismo d’azione

Alcuni studi hanno dimostrato che i farmaci contro il colesterolo alto erano più efficaci se i soggetti in studio non presentavano una carenza di vitamina D e anzi ne assumevano anche delle dosi integrative. Nei soggetti che alla statina abbinavano anche la vitamina D è stato rilevato un livello di colesterolo inferiore fino a 22 milligrammi rispetto al gruppo che assumeva solo statina. In un altro studio la statina risultò addirittura inefficace se i partecipanti allo studio soffrivano di una carenza di vitamina D.

Inoltre, secondo una revisione sistematica, ovvero una pubblicazione scientifica di alto livello nella quale i ricercatori analizzano in modo critico più studi su un tema, i dolori muscolari si manifestavano con maggiore frequenza nei soggetti con carenza di vitamina D.

Si consiglia di integrare l’assunzione di statine con una dose giornaliera di vitamina D compresa tra 4.000/8.000 Unità internazionali.

In caso di carenza, però, questa dose può anche essere superiore. Per maggiori informazioni sul corretto dosaggio, consultare l’articolo sulla vitamina D.

Il momento migliore per assumere la vitamina D è durante i pasti. Si tratta infatti di una vitamina liposolubile e quindi può essere assorbita nell’intestino solo in presenza di grassi. Ricordate che sono già sufficienti quelli contenuti negli alimenti.

Rilevazione del livello di vitamina D in laboratorio

Se si assumono farmaci contro il colesterolo, si consiglia di misurare anche il livello di vitamina D nel sangue, perché solo così è possibile compensare in modo efficace una possibile carenza.

Dagli esami del sangue si determina il livello della cosiddetta vitamina D 25 (OH) presente nel siero, la parte liquida senza cellule sanguigne.

Ricorrere alla supplementazione con vitamina D in pazienti in stato carenziale affetti da miopatia indotta da statine sembra essere una strategia efficace per migliorare la tolleranza a questa classe di farmaci ipolipidemizzanti e, di conseguenza, prevenire sia l’insorgenza di eventi CV che la mortalità.
 
Queste le conclusioni di un piccolo studio USA, pubblicato su Journal of Pharmacy Practice, condotto su veterani di guerra, che, se sarà confermato in studi dimensionati ad hoc, implementerà le possibilità d’impiego future della supplementazione vitaminica.

Razionale dello studio

Sia la mialgia che la rabdomiolisi sono state associate all’impiego di questa classe di farmaci ipolipidemizzanti, con tassi di incidenza di miopatia superiori al 10%.
 
Alcuni studi hanno suggerito l’esistenza di un’associazione tra bassi livelli di vitamina D e un innalzamento del rischio di problemi muscolari indotti da statine, ricordano gli autori nell’introduzione al lavoro.
Per spiegare quest’associazione, continuano “è stata avanzata l’ipotesi che il deficit vitaminico D determini uno shunting preferenziale del citocromo P-450 3A4 all’idrossilazione della vitamina D, con conseguente riduzione dei livelli di CYP3A4 disponibile per il metabolismo delle statine, con conseguente aumento della tossicità dovuta a questi farmaci”.
 
“Recentemente – aggiungono i ricercatori – alcuni studi hanno mostrato che la correzione di bassi livelli di vitamina D si associa con la regressione della miopatia associata a statine, consentendo la continuazione del trattamento ipolipidemizzante in pazienti precedentemente intolleranti a questa classe di farmaci. In questi studi, tuttavia, i pazienti erano sottoposti a supplementazione vitaminica concomitante con la continuazione della terapia con statine inizialmente prescritta (a dosaggio/frequenza ridotti) o con una statina differente”.
 
Di conseguenza, non era chiaro se la riduzione osservata delle miopatia fosse da ascrivere ad una variazione del regime di trattamento con statine piuttosto che alla supplementazione vitaminica per sé.
Di qui il nuovo studio, avente come obiettivo primario quello di determinare se pazienti precedentemente intolleranti alle statine fossero in grado di tollerare il trattamento senza avere problemi di mialgia dopo supplementazione vitaminica D.
 
Gli obiettivi secondari, invece, consistevano nell’esaminare le variazioni dei livelli vitaminici nel sangue, i profili lipidici a digiuno, nonché la capacità dei pazienti di raggiungere i goal lipidici dopo riavvio della terapia con statine.

Disegno dello studio e risultati principali

I ricercatori hanno identificato pazienti inviati in Clinica Lipidologica dal loro medico di famiglia. Questi erano di età uguale o superiore a 18, con bassi livelli sierici di vitamina D al reclutamento (la condizione di deficit vitaminico D era definita da livelli sierici di 25(OH)D inferiori a 30 ng/L), una storia documentata di mialgia indotta da statine e non desiderosi di re-iniziare il trattamento con statine a meno di un intervento in grado di correggere la loro intolleranza al trattamento.
 
Una volta inclusi nello studio, i partecipanti alla sperimentazione sono stati sottoposti, inizialmente, ad una dose di carico con ergocalciferolo (vitamina D2 – 50.000 UI/settimana per 8-12 settimane), seguita da una dose di mantenimento giornaliera di colecalciferolo (vitamina D3 – 800-1.000 UI/die).
 
Questi erano successivamente indotti, dopo circa 6 mesi di supplementazione vitaminica, a riprendere il trattamento con statine; la scelta dell’agente farmacologico, del dosaggio e della posologia erano basate sulla pratica clinica corrente e le preferenze dei pazienti.
In alcuni casi le statine erano assunte a giorni alterni se dotate di emivita lunga.
Atorvastatina, pravastatine e rosuvastatina sono risultate essere le statine maggiormente utilizzate dal campione di pazienti in studio, In alcuni casi (40% dei casi) è stata adottata una posologia di somministrazione a giorni alterni (soprattutto se ad essere utilizzate erano le statine dotate di emivita lunga).
 
I risultati non hanno lasciato spazio ad equivoci: tutti i 27 pazienti inclusi nello studio sono stati in grado di mantenere il trattamento con statine senza andare incontro a mialgia, dopo intervento di supplementazione vitaminica.
 
In particolare, 11 pazienti (pari al 40,7% del campione) sono stati in grado di tollerare il trattamento con la statina precedentemente interrotta.
 
Sei pazienti, invece, sono stati in grado di tollerare un regime di trattamento appropriato (considerato aggressivo) in base alle linee guida ACC/AHA 2013 per il trattamento del colesterolo (2).
Utilizzando le raccomandazioni 2014 della National Lipis Association USA (3), invece, hanno raggiunto il goal di LDL e il goal di non -HDL otto pazienti, in entrambi i casi.
 
I ricercatori hanno anche osservato che la maggior parte dei pazienti che soddisfaceva i goal lipidici aveva raggiunto anche quelli sierici di vitamina D.

Riassumendo

Nel commentare lo studio, gli autori non hanno nascosto l’esistenza di alcuni limiti intrinseci, quali la natura soggettiva della mialgia (riferita dai pazienti), l’utilizzo di statine e di regimi posologici differenti e la mancata considerazione di alcuni fattori confondenti quali l’esercizio fisico, la perdita di peso e la cessazione dell’abitudine al fumo che potrebbero avere avuto un impatto significativo sugli outcome primari e secondari.
 
Ciò premesso, se confermati, i risultati ottenuti suffragano l’adozione della pratica clinica del monitoraggio di routine dei livelli di vitamina D nei pazienti con miopatia indotta da statine.
 
Lo studio, infatti, ha dimostrato come pazienti veterani di guerra con storia di miopatia indotta da statine siano in grado di riprendere con successo il trattamento con questa classe di farmaci ipolipidemizzanti, senza sperimentare recidive di mialgia, dopo supplementazione vitaminica, per supplire ad una condizione di deficit vitaminico.
 
Pertanto, il trattamento del deficit di vitamina D in pazienti con storia di intolleranza alle statine dovuta a miopatia potrebbe rappresentare una strategia di trattamento efficace da considerare al fine di avere la meglio sugli eventi avversi di natura muscolare associati alla terapia con statine e, di conseguenza, di prevenire la morbilità e la mortalità CV.
 
Bibliografia
1) Kang JH et al. Rechallenging Statin Therapy in Veterans With Statin-Induced Myopathy Post Vitamin D Replenishment. J Pharm Pract. 2016; pii: 0897190016674407. [Epub ahead of print].
Leggi
 
2) Stone NJ et al. 2013 ACC/AHA guideline on the treatment of blood cholesterol to reduce atherosclerotic cardiovascular risk in adults: a report of the American College of Cardiology/American Heart Association. Task Force on Practice Guidelines. J Am Coll Cardiol. 2014; 63:2889-2934.
Leggi
 
3) Jacobson TA et al. National Lipid Association recommendations for patient-centered management of dyslipidemia: part1—executive summary. J Clin Lipidol. 2014;8(5):473-488.
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Il coenzima Q10 riduce i dolori muscolari dovuti all’assunzione di statina

Base e meccanismo d’azione

Il colesterolo e il coenzima Q10 derivano da una stessa base e nella loro sintesi interviene lo stesso enzima. Di conseguenza, l’inibizione di questo enzima da parte delle statine non solo riduce la produzione di colesterolo, ma limita anche la formazione del coenzima Q10. Molti studi medici hanno dimostrato che chi assumeva statina presentava anche un livello inferiore di coenzima Q10.

Nella maggior parte dei pazienti trattati con statina e coenzima Q10 dolori e debolezza muscolari si riducevano del 50%. Il coenzima Q10 è un cofattore fondamentale nella produzione di energia cellulare e una sua carenza provoca di conseguenza una ridotta fornitura di energia a livello cellulare che, si presume, sia corresponsabile dei dolori muscolari.

Dosaggio e consigli per l’assunzione del coenzima Q10

Immagine di un elemento chimico
Le statine bloccano anche la produzione dell’enzima Q10 nell’organismo, che deve quindi essere assunto in quantità sufficiente per contrastare eventuali scompensi. Immagine: Ekaterina79//iStock/Thinkstock

Oltre ai farmaci che abbassano il colesterolo, si consiglia di assumere da 100 a 300 milligrammi  di coenzima Q10 al giorno, preferibilmente ai pasti e insieme ad alimenti contenenti grassi che ne favoriscono l’assorbimento nell’intestino.

Esistono due forme di coenzima Q10: ubiquinone (il normale coenzima Q10) e ubiquinolo. Quest’ultimo è più costoso, ma è già attivo e quindi direttamente disponibile per l’organismo. L’ubiquinolo attivo è particolarmente adatto quando si vuole ottenere un effetto rapido e immediato; inoltre, è più facilmente assorbibile dall’intestino rispetto all’ubiquinone.

Presenza del coenzima Q10 nel sangue

È possibile misurare la concentrazione di coenzima Q10 nel sangue. Tuttavia, è difficile ottenere valori precisi, poiché l’organismo attinge alle sue riserve per compensare rapidamente le oscillazioni dei valori nel sangue. Nelle condizioni ideali per garantire la massima efficacia del coenzima Q10, il siero sanguigno dovrebbe contenerne oltre 2,25 milligrammi per decilitro.

Si tratta comunque di un valore indicativo e non di un valore di riferimento preciso. Ciò non significa che in caso di valori inferiori sia assolutamente necessario assumere degli integratori a base di coenzima Q10. Prima di prendere in considerazione questa possibilità, si deve sempre tenere conto della sintomatologia presente, ad esempio se si soffre di dolori muscolari quando si assumono farmaci che abbassano il livello di colesterolo. In questo caso non è necessario misurare il livello del coenzima Q10.

La vitamina D migliora l’efficacia delle statine e riduce gli effetti collaterali

Base e meccanismo d’azione

Alcuni studi hanno dimostrato che i farmaci contro il colesterolo alto erano più efficaci se i soggetti in studio non presentavano una carenza di vitamina D e anzi ne assumevano anche delle dosi integrative. Nei soggetti che alla statina abbinavano anche la vitamina D è stato rilevato un livello di colesterolo inferiore fino a 22 milligrammi rispetto al gruppo che assumeva solo statina. In un altro studio la statina risultò addirittura inefficace se i partecipanti allo studio soffrivano di una carenza di vitamina D.

Inoltre, secondo una revisione sistematica, ovvero una pubblicazione scientifica di alto livello nella quale i ricercatori analizzano in modo critico più studi su un tema, i dolori muscolari si manifestavano con maggiore frequenza nei soggetti con carenza di vitamina D.

Indice degli studi e delle fonti

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  • Deutsches Ärzteblatt (2012): Nebenwirkung: Statine machen Muskeln müde. Deutscher Ärzteverlag GmbH Berlin (consultato il 08.06.2017) https://www.aerzteblatt.de/nachrichten/50574, consultato il 19.07.2017.
  • du Souich, P. et al. (2017): Myotoxicity of statins: Mechanism of action. Pharmacol Ther. S0163-7258(17)30043-8. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28223230, consultato il 19.07.2017.
  • Failla, M.L. et al. (2014): Increased bioavailability of ubiquinol compared to that of ubiquinone is due to more efficient micellarization during digestion and greater GSH-dependent uptake and basolateral secretion by Caco-2 cells. J Agric Food Chem. 62(29): 7174-82. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24979483, consultato il 19.07.2017.
  • Fedacko, J. et al. (2013): Coenzyme Q(10) and selenium in statin-associated myopathy treatment. Can J Physiol Pharmacol. 91(2): 165-70. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23458201, consultato il 19.07.2017.
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  • Gröber, U. et al. (2018): Important drug-micronutrient interactions: a selection for clinical practice. Crit Rev Food Sci Nutr. 2018 Dec 23:1-19. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30580552, consultato il 14.01.2019.
  • Gröber, U. (2011): Mikronährstoffe. Metabolic Tuning – Prävention – Therapie. 3. Aufl. Wissenschaftliche Verlagsgesellschaft mbH Stuttgart.
  • Hosoe, K. et al. (2007): Study on safety and bioavailability of ubiquinol (Kaneka QH) after single and 4-week multiple oral administration to healthy volunteers. Regul Toxicol Pharmacol. 47(1): 19-28. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16919858, consultato il 19.07.2017.
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  • Pereda, C.A. & Nishishinya, M.B. (2016): Is there really a relationship between serum vitamin D (25OHD) levels and the musculoskeletal pain associated with statin intake? A systematic review. Reumatol Clin. 12(6):331-335. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27133556, consultato il 19.07.2017.
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  • Zlatohlavek, L. (2012): The effect of coenzyme Q10 in statin myopathy. Neuro Endocrinol Lett 33 Suppl 2: 98-101. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23183519, consultato il 19.07.2017.

 


Liberatoria (Disclaimer)

Dichiarazione di non responsabilità: questo articolo non è destinato a fornire consulenza medica, diagnosi o trattamento.
Vitamineral non si assume responsabilità per la scelta degli integratori proposti eventualmente nell’articolo.


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