Integratori di nutrienti: tra pubblicità e politiche sanitarie

 

Ci sono tre modi di guardare agli integratori

  1. dal punto di vista della legislazione
  2. dal punto di vista commerciale
  3. dal punto di vista del consumatore per qualità e costi del prodotto

Vediamo di sviluppare la questione in questi tre punti e perché spero di fare chiarezza con questo post.

Ci sono spesso dibattiti e scontri nei talk show volti a dimostrare l’inefficacia delle cure olistiche e, nella fattispecie, c’è una guerra contro gli integratori a favore di una terapia sicura e certa con i farmaci. Ora voglio spiegarvi perché riesce bene la campagna denigratoria che ridicolizza chiunque abbia trovato una cura diversa da quella farmacologica.

Parliamo degli integratori

  1. la Legislazione considera l’integratore un alimento, quindi lo considera un blando correttore di alimenti senza alcun potere curativo.
  2. secondo il punto di vista commerciale, l’integratore è considerato un rimedio curativo e per dargli questa importanza, spesso viene equiparato al farmaco in tutte le sue accezioni, dandogli un potere che non ha, cioé effetti indesiderati, anche gravi, ed interazioni con farmaci.
  3. il punto di vista qualitativo, dell’efficacia ed infine dei costi, quello che dovrebbe interessare di piu’ l’aquirente finale, non viene citato in alcuno degli aspetti precedenti.

LA LEGGE
Impariamo a leggere le etichette degli integratori e a capire come vengono considerati ed elencati gli ingredienti.
A livello legislativo gli integratori sono classificati nella sfera alimentare con tutte le regole del caso e cioè secondo questa normativa vigente.

Come si fa la lista ingredienti?

«L’elenco degli ingredienti reca un’intestazione o è preceduto da un’adeguata indicazione che consiste nella parola «ingredienti» o la comprende. L’elenco comprende tutti gli ingredienti dell’alimento, in ordine decrescente di peso, così come registrati al momento del loro uso nella fabbricazione dell’alimento.» (Reg. UE 1169/11, articolo 18).

Vorrei porre l’accento solo sull’ordine decrescente della lista ingredienti, cioè il primo ingrediente citato è quello maggiormente presente ed i successivi sono quelli che, per peso, sono meno presenti.
Pertanto, se prendete un flacone di un integratore la cui etichetta indica di contenere un principio attivo di una pianta e lo leggete in 4 riga degli ingredienti, vuole dire che nell’integratore ce n’è poco e tutto il resto cos’è? Eccipienti.
Consiglio di cambiare integratore.

IL MARKETING olistico e chi c’è dietro

A seconda di chi vende, se erborista, farmacista o influencer, tenderà ad esaltare i poteri curativi del rimedio erboristico o vitaminico anche se il contenuto dell’integratore è scarso, perché in effetti c’è del vero a dire che le vitamine sono efficaci per la cura e prevenzione delle malattie, ma sarebbe compito dei ricercatori indipendenti esporre le proprietà dei nutrienti, non dei venditori che mirano al fatturato e magari vogliono venderti un integratore di Cardo Mariano che contiene solo il 40% del totale, senza poi considerare il dettaglio della qualità oltre che la quantità.
Nel marketing, un modo per influenzare l’opinione pubblica è quello di creare una reazione emotiva che porti le persone a schierarsi da un lato o dall’altro, quindi sull’onda emotiva acquistare qualcosa perché fa molto bene. Tuttavia con le raccomandazioni che si danno come fosse un farmaco, con elenco di effetti collaterali e la raccomandazione di chiedere al medico, fa pensare al consumatore che chi vende si preoccupi per noi ed è etico, quindi valuterà tutta la questione in modo positivo e fiducioso.

Questo è marketing, ovvero un modo accattivante di convincerti manipolando il tuo cervello, martellandolo di nozioni mediche ed incutendo paure spesso sopravvalutate talvolta minimizzando gli effetti ed i poteri di una sostanza naturale, proprio per il fatto che l’integratore in questione contiene poco principio attivo.
Noi sappiamo per esperienza diretta che le vitamine e la fitoterapia sono efficaci nelle quantità e per la durata delle cure.

Ovvero se ti hanno fatto credere che integrare  solo 1 grammo di vitamina C sia curativo, stai assumendo un placebo.

Abram Hoffer diceva che:

l’unico effetto collaterale delle vitamine è di non prenderne abbastanza.

Una vitamina può avere l’effetto di un medicinale, ma un medicinale non potrà mai avere l’effetto vitaminico.

Linus Pauling scriveva su “Come vivere più a lungo e sentirsi meglio”, p. 274:

Non lasciatevi fuorviare né dalle autorità mediche né dai politici. Scopri quali sono i fatti e prendi le tue decisioni su come vivere una vita felice e come lavorare per un mondo migliore.
E’ possibile dimostrare l’efficacia delle Vitamine?
La domanda di un iscritto/a anonimo/a al gruppo Vitamineral fa riflettere ed è una domanda piu’ che leggittima se vogliamo essere convincenti nell’affermare che le cure fitoterapiche e vitaminiche sono efficaci e non pericolose, ma abbiamo gli strumenti per farlo?
Domanda – Per credere che le vitamine siano efficaci vorrei sapere quanti vivono dopo una cura allopatica e quanti dopo una cura alternativa? Dati alla mano… Abbiamo qualche dato?
La mia RISPOSTA  – Se la scienza tutta fosse onesta e prendesse in considerazione tutti i tipi di cure, sia allopatiche che naturali, e si unisse in una Medicina Unica, allora si avrebbero piu’ dati a disposizione per fare dei confronti.
Ma la realtà che viene divulgata a livello mediatico, suona in un altro modo, cioè piu’ sbilanciata ad evidenziare i difetti delle cure naturali, e piu’ propensa a rafforzare il credo nelle cure chemioterapiche, antibiotiche e vaccinali.
I dati non ce ne sono tanti e c’è confusione proprio perché la scienza ufficiale preferisce evidenziare solo ed esclusivamente i benefici con l’uso di farmaci.
Se un organo statale fosse imparziale aprirebbe la possibilità a studi di ogni tipo e potrebbe confrontarne i risultati, per il bene unico della popolazione che governa.
Ma se continua a fare accordi con aziende farmaceutiche non avrà mai la libertà di indicare altre cure, né di studiarne gli effetti positivi e/o eventualmente inutili.
Questo mette in luce sempre di piu’ il fatto che ci sono dei forti conflitti di interesse all’interno delle istituzioni. E’ risaputo che le lobby sono all’interno delle commissioni parlamentari ad influire e determinare la messa in atto di protocolli farmaceutici che vanno solo a vantaggio dei loro profitti.
Pochissime sono le ricerche indipendenti che dimostrano l’efficacia di rimedi naturali contro i farmaci e chi osa parlarne e renderle pubbliche rischia di essere oscurato dalla censura de web.

Ho letto che la classe medica e farmaceutica si sta preoccupando molto di regolamentare l’uso degli integratori. Già da anni hanno ridotto o vietato l’uso di una serie di integratori di erbe e vitamine, trovandovi reazioni avverse incongruenti, ma prima ancora di indagare sui fatti è stata data in pasto la notizia al mainstream facendo credere cose diverse dalla realtà, screditando gli integratori e tutti quelli che li usano, come è stato il caso della Curcuma non molto tempo fa.
Peccato che non mettano lo stesso impegno nel cercare di non nuocere attraverso le numerose dannose ed inutili prescrizioni.
C’è qualcosa di sbagliato quando le agenzie di regolamentazione mentono sul fatto che le vitamine siano pericolose, ma ignorano le statistiche pubblicate che mostrano che la medicina approvata dal governo è il vero pericolo.

 

Strategie comunicative giuste e sbagliate: gli errori della medicina olistica sopraffatta dal marketing

Non sempre tutto ciò che viene dal mondo delle vitamine e degli integratori è buono a prescindere. Non basta mettere il logo “green” ad un prodotto per ottenere la fiducia dei consumatori attenti alla salute.

Anche l’industria farmaceutica che produce medicine si è accorta e risponde a questa crescente domanda del “tutto bio” e “tutto Naturale” o, per dirla in termini da mainstream la “medicina alternativa”, che invece dovrebbe essere una medicina integrativa a quella ufficiale e medica del farmaco per diventare Unica Medicina, quella che cura, senza bisogno di creare spartiacque e differenze sociali di trattamento.

Quindi alcune produzioni di integratori provengono proprio dalle stesse case farmaceutiche che vendono farmaci. Come a dire vendo il farmaco ed il placebo, perché sì, certo, i loro integratori griffati sono, ahimé, molto scarsi di vitamine, niente di più che effetto placebo. Quando noi diciamo che serve avere un buon dosaggio di vitamina D, loro la mettono dappertutto, ma in ridottissime quantità, pertanto non saranno mai efficaci come risulta nella esperienza di chi integra giornalmente 10.000 UI da anni con valori scomodissimi per il medico che allerta di sospenderla subito, e ti dice che è “tossica”.

Infine, nel percorso con gli integratori/placebo della farmacia, avvertirai un certo fallimento e prontamente avrai a disposizione il farmaco, col risultato che il farmacista non fallisce mai. Prima ti vendono l’integratore alla moda, poi quando finisce l’effetto placebo, vendono il farmaco. Tutto questo sta screditando chi dell’integrazione ha fatto un principio di salute fondamentale.

Guardate quante nuove farmacie sono state aperte in questi ultimi due anni, è un mercato davvero redditizio.

C’è poi un dato mancante e forse di nicchia, ma c’è da chiedersi che a fronte di tanti consumatori compulsivi di farmaci, c’è una piccola parte che non va mai in farmacia da molti anni, e che da tempo non usufruisce piu’ della sanità pubblica perché teme di cadere nelle maglie dei protocolli disumani degli ospedali. Non sempre è possibile evitare un pronto soccorso, ma di sicuro nelle sale di attesa non trovate i consumatori da 10-15 grammi di vitamina C al giorno secondo gli studi di L.Pauling e Klenner.

Settore olistico in competizione, gli errori nella strategia di vendita

Se si vuole comunicare che un prodotto funziona facendo leva sui lati negativi della concorrenza, oltre ad essere un modo sleale, è controproducente per i propri interessi nel lungo periodo.
Infatti evito a prescindere i prodotti che fanno pubblicità comparativa.
Siamo in tanti a sostenere che i farmaci siano dannosi, ma la farmaceutica lo dichiara nel foglietto che ci sono effetti indesiderati e controindicazioni.

Nel mondo olistico ci sono tantissime cose che si possono fare per ottenere più salute, ma nessuna di queste ha degli effetti collaterali se presi in giuste modalità e quantità e se le pratiche sul corpo sono esguite da persone competenti.
Il punto dolente è quando le varie branche olistiche entrano in concorrenza fra loro e come al solito noi pazienti e consumatori finali di un servizio, siamo nel mezzo a subirne gli effetti negativi sia sulla salute che sul portafoglio.

Allora l’Omeopata dirà che non serve l’Osteopata…
L’Osteopata dirà che non serve prendere vitamine…
Il medico Funzionalista ti dirà: vieni da me che ti do questo per soli 200€ + le spese dei suoi integratori…
Il Nutrizionista ti dirà che solo l’alimentazione sana ti cura (ma il bio vattelo a pesca…) e che però la vitamina D basta prenderla col sole e non serve integrare.
Il venditore di acqua filtrata ti dirà che basta bere la sua di acqua e non fare altro per la tua salute. Nessuno che sia sincero nell’includere la sua soluzione nell’insieme degli atti che si possono fare per mantenere uno stato di salute ottimale, ognuno proclama migliore se stesso fomentando odio e dissapore verso altre pratiche.

Pertanto nel lungo periodo queste strategie spicciole non pagano ed il successo di chi opera in questo campo della salute sarà garantito solo se c’è professionalità e qualità e non dallo sminuire o ridicolizzare una tecnica olistica diversa dalla propria.
E questi requisiti di qualità devono essere mantenuti nel tempo, non solo durante le promozioni.
Per quel che mi riguarda personalmente sono alla costante ricerca di una salute da tempo perduta e poi ritrovata, ma sempre con il rischio dietro l’angolo di riperderla, viste le recenti stimolazioni negative da lockdown.

Ora, se hai un prodotto tuo o un servizio convincimi con una esposizione corretta di quello che fai e che il tuo è un prodotto buono.
La gente è in grado di percepire se ami o no quello che fai e quello che proponi.
È necessario creare le sinergie giuste fra operatori olistici senza generare conflitti.
È sgradevole assistere ai teatrini del tipo:
“il mio è meglio del tuo” oppure “io sono più bravo e intelligente di te”, che tanto, poi, il grado di soddisfazione si vede dalle recensioni delle persone, ma i più influenzabili e fragili saranno portati a schierarsi da una parte o dall’altra.

Dico tutto ciò perché in tanti anni che mi occupo di vitamina D e C e gestisco gruppi per la salute, ho visto tanti operatori olistici farsi la guerra e da questi ho subito preso le distanze.

Rimanere centrati è l’unica via, non farsi trascinare né a destra né a sinistra.

Foglietto illustrativo o “bugiardino”- La mia critica al farmaco

Una delle cose più paradossali che capita leggendo le istruzioni ed indicazioni di un farmaco è quella di scoprire che tra gli effetti collaterali c’è un aggravamento della malattia stessa per cui il farmaco è stato creato e dovrebbe curare.
Solo due esempi vi faccio tra i più noti:

  1. antidepressivi specie gli SSrI, ma anche altri tipi, hanno riportato sugli effetti negativi il più grave effetto che è il “pensiero suicida” proprio l’apice della depressione.
  2. direi che è bruttissimo pure l’effetto collaterale dei bifosfonati che dovrebbero aumentare la densità ossea e curare l’osteoporosi e invece potrebbero erodere l’osso mascellare.

Questi effetti negativi si manifestano con cure lunghe e protratte nel tempo, e questi due farmaci citati sopra sono proprio quelli che non vengono quasi mai sospesi e quindi presi per lunghi periodi.
Purtroppo la gente si è abituata a ritenere quasi tutto come rischio accettabile.

Questi due non sono gli unici con queste caratteristiche, credete che siano davvero in grado di curare le malattie per le quali sono state progettati? Cioè sono alla fine efficaci ed i rischi sono tutto sommato accettabili?
Vari studi a posteriori dopo anni di sperimentazioni indicano che non sono nemmeno tanto efficaci.
Ma allora perché la scienza medica non si preoccupa di cercare altre soluzioni e continua a prescrivere cose inutili e dannose?

A proposito di “bugiardino“
Avete idea del perché sia stato soprannominato così?
Io ho una mia teoria.

Bugiardino da l’idea che dice falsità, ma in realtà tutto ciò che è scritto sul foglietto illustrativo, spesso lunghissimo e scritto fitto fitto, c’è la verità perché le case farmaceutiche sono obbligate per legge a riportare tutte le avversità note di un farmaco.
Per convincere le persone che prendere questi farmaci sarebbe, tutto sommato, un rischio minimo, è stata fatta una operazione di contro informazione calcolata probabilmente nata da qualche farmacista o da qualche medico al momento di convincere un paziente a prendere una medicina.

Screening di massa, la mia critica al concetto di prevenzione ufficiale

Se è vero che fare la prevenzione delle malattie significa fare esami in anticipo, come per gli screening che ci “raccomandano” annualmente per iscritto a domicilio, allora vuole dire che coloro che ce li mandano hanno la certezza che ti ammalerai, solo che loro “furbi” ti dicono di scoprirlo prima così “previeni”. Allora che cosa stanno facendo di concreto nella prevenzione? Nulla, stanno solo controllando il loro cattivo operato.
In realtà se ci ragioni meglio, fare prevenzione significa evitare proprio che la malattia si crei, con azioni che incidono sul miglioramento di tutto lo stile di vita. Solo così sai di avere fatto qualcosa di concreto, invece che stare passivamente ad aspettare l’appuntamento per il prossimo esame.
Non credi?

I politici sanno che sono stati messi in circolo veleni attraverso l’inquinamento di aria, acqua e terreni, sanno che i pesticidi, i conservanti, i diserbanti fanno male, ma li usano in quantità minime, non fanno mai la conta del totale delle sostanze tossiche indesiderabili e nocive che un organismo può assumere da diverse fonti, sanno, quindi si aspettano delle malattie, quindi nell’atto di fare screening si mettono a posto la coscienza cercando di prenderti in tempo la malattia e curarti con altri farmaci dannosi, ed il circolo è vizioso per noi, fruttuoso per le farmaceutiche e tutto l’indotto.


Approfondimenti

Dai giornali

Piccolo notiziario sulla vicenda integratori.

L’interesse dei mercati dei grandi colossi farmaceutici che da tempo si interessano anche di nutraceutica, mette un pò a tacere l’idea che gli integratori siano solo delle bufale e che siano addirittura pericolosi. Nei tavoli di discussione produttori farmaceutici e di nutraceutica sono in cerca di regolamentare il mercato con nuove leggi e normative.  Credo che i piccoli produttori di integratori alimentari avranno da sostenere battaglie molto dure per poter rimanere in gioco.

Su IFM Integratori & salute si legge quanto segue:

La risposta sta nei consumi e nel valore degli integratori, entrambi in crescita. Il mercato degli integratori alimentari oggi ammonta a 3,7 miliardi di euro con una crescita media tra il 2014 e il 2020 dell’8,2%. A trainare il mercato è l’Italia che, da sola, copre il 29% del valore totale, superiore ai 13 miliardi di euro in Europa, seguita con netto distacco da Germania e Francia, con percentuali rispettive che si aggirano su 19% e 9%. Il fattore di questo successo italiano va ricercato anche nella scelta, premiante, delle aziende di investire in leve immateriali, innovazione in primis.

Tanto che, grazie proprio all’innovazione, il settore degli integratori alimentari ha resistito anche all’anno 2020, incrementando, addirittura in un contesto di crisi globale, il proprio valore di quasi il 3% rispetto al 2019. ‘Successo’ che è confermato anche da una indagine di Federsalus: il 59% delle aziende ha dichiarato fatturati in crescita nel 2020 e un tasso di occupazione aumentato o rimasto tale nel 90% dei casi, con una marginalità sull’EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortisation, ovvero lo stato finanziario) del comparto pari al 14,6%, surclassando quello dell’industria farmaceutica che si ferma al 12,6%.

 


Liberatoria (Disclaimer)

Dichiarazione di non responsabilità: questo articolo non è destinato a fornire consulenza medica, diagnosi o trattamento.
Vitamineral non si assume responsabilità per la scelta degli integratori proposti eventualmente nell’articolo.


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